Nel panorama delle materie prime energetiche fa un nuovo ingresso trionfale l’idrogeno, spesso utilizzato durante la Seconda guerra mondiale dalle economie autarchiche tedesca e italiana come soluzione energetica in mancanza di idrocarburi fossili disponibili.
La necessità di offrire al mondo soluzioni di bassissimo impatto ambientale, rispettose delle nuove normative sulle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, ha spinto le grandi aziende a riscoprire i vantaggi dell’idrogeno.
Tra queste Ineos, azienda con sede in United Kingdom, con collaborazioni che si dipanano tra Finlandia, Germania, Francia ed altri Paesi Europei, si propone l’obiettivo di realizzare impianti che, sfruttando a pieno l’elettricità fornita dalle fonti rinnovabili, con particolare riferimento all’eolico installato ed in corso di installazione nel nord Europa, per produrre idrogeno con la “vecchia” elettrolisi. Ad oggi si contano investimenti per oltre 2 miliardi di euro.
È noto che l’idrogeno è il combustibile con la maggiore efficienza energetica, dalla cui combustione non si libera anidride carbonica ma innocuo vapore d’acqua, così com’è noto che sia anche un gas difficile da maneggiare, stoccare e gestire in genere.
Le sue applicazioni sono prevalentemente legate alla combustione tradizionale in caldaie o motori a scoppio ed alle celle a combustibile, che ne trasformano l’energia chimica in energia elettrica direttamente.